IL GUSTAVIANO. TUTTO PER…
Tutto per… il riso al latte. Un dessert semplice dal gusto dell’infanzia. Da cuocere dolcemente e da presentare delicatamente.
L’arte e la maniera per esaltare le ore intime. Désirée entra piano per non disturbare.
Porta un vassoio con coppette di riso bianco.
Potrebbe apparire bizzarra per questa scelta ma lei incurante… predilige un dolce e bel gustare.
A suo modo bizzarra lo è davvero. Cammina come se sfiorasse il pavimento, forse per quel nome impegnativo che porta. Lei è desiderio e si sa i desideri ci… sfiorano. Qualcuno si avvera ma altri scivolano e ci sfiorano leggeri, presto dimenticati.
Quel riso bianco ha la “trasparenza” di Désirée e anche l’ospite più disincantato è attratto da questo insolito ricevere. Lei lo porge come fosse un nettare o un oggetto prezioso dal sapore rètro.
E’ buono e sa di… “intimo”. Se esiste una felicità terrena la si incontra lungo una strada, è un regalo inatteso di un cammino. Come Désirée. Lei sussurra che la vera ricchezza è quella di una mente serena.
Ha un vero e proprio ricettario in cucina perché secondo lei nella vita non si dovrebbe far altro che cucinare, anche se poi, non si mangia quasi niente. Lei è tutto questo ma anche qualcosa di più… per le incredibili e contrastanti sensazioni che scaturiscono ascoltandola.
Scavalcare un ponte sull’impossibile, sui ricordi di mamma e papà, sulle riflessioni in cucina, sugli amori segreti.
Quel che dice… per appuntarlo su un taccuino con l’intento di razionalizzarlo prima o poi. Ma intanto… emozionarsi.
Una donna nordica, romantica e nostalgica allo stesso tempo.
Lei è… un po’ di latte in bottiglia, una candela accesa, una fetta di formaggio. Ma che atmosfera!
Un quadro assolutamente da ammirare. La protagonista è solo lei. Sacchetti di carta chiusi da una pinzetta per non far “scappare via” il profumo di semplice libertà che emana.
Désirée è riflessione. Poter riconoscere se stessa e la propria storia è un privilegio che la ripaga di tutte le fatiche che le sono costate.
Intima convinzione. Tutto per… quel riso al latte e per quella bizzarria di una amica “immaginaria”.
Non è poesia, ma nemmeno un racconto o forse è tutte e due, ma di certo è un posto meraviglioso. E… c’è anche una candela e… ci sono le immagini care e… la porta si può lasciare aperta.
“Amica mia, sono stata felice con te in ogni istante che abbiamo passato insieme. Ma dopo molti anni ho infine trovato quello che per tanto tempo ho cercato. Addio mia cara.”
QUEL TOCCO GUSTAVIANO